Le prime leggi che interessano le vendite straordinarie risalgono al periodo di fine anni ’40. Una legge approvata il 2 giugno 1939 introduceva infatti, per la prima volta, le due categorie delle “vendite straordinarie” e delle “vendite di liquidazione”, ambedue definite “forme di vendita al pubblico con le quali un commerciante cerca di esitare in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di esse, presentando al pubblico la vendita come occasione particolarmente favorevole”.
Le merci che potevano essere vendute nelle “vendite straordinarie” erano soprattutto i capi di abbigliamento, dato che erano considerati prodotti di carattere stagionale, suscettibili di notevole deprezzamento se non venivano venduti entro un breve periodo di tempo. Come avviene oggi, i prezzi dovevano essere indicati chiaramente sulla merce e non potevano essere modificati durante il periodo della vendita straordinaria.
A differenza di quanto avverrà in seguito, però, i commercianti potevano scegliere liberamente il periodo dell’anno in cui fare le vendite straordinarie.
Fu solo con la legge del 1980 che le Camere di commercio stabilirono i periodi dell’anno, al massimo due, in cui si potevano tenere i saldi, che non potevano durare più di quattro settimane.